Impossible Naples Project. Entra nella rete un lavoro lungo 14 anni e tenuto fino ad oggi nel cassetto. L’autore racconta come nasce il progetto di una Napoli smontata, fatta a pezzi e ricomposta col Photoshop.
I primi approcci col Photoshop
Era l’ottobre
del 2000 e da alcuni mesi avevo abbandonato del tutto pellicola e camera oscura
convertendomi completamente al digitale. Trascorrevo giornate intere a
smanettare col Photoshop per capirne da autodidatta gli strumenti, i filtri, le
opportunità che poteva offrire.
Usavo la
versione 4.0 e nel frattempo era già uscito sul mercato il Ps 5.0 ma fino al
2008 ho usato il 4.0. Cerco di non lasciare mai la vecchia strada per la nuova.
Adoro le nuove tecnologie, ma non amo i feticismi tecnologici, quelli di avere
ad ogni costo “l’ultimo modello” per poi utilizzarne solo il 30%.
In quei mesi
scannerizzavo un po’ di diapositive del mio archivio per poterlo inviare via
mail agli editori in caso di richieste. All’epoca i giornali che avevano
compreso gli enormi vantaggi della fotografia digitale erano veramente pochi e
non parlo di Napoli: a Milano quasi si aveva terrore nelle redazioni di
ricevere foto digitali e in molti non sapevano come usare un FTP, come
dezippare una cartella, come leggere le didascalie dalle info sul file… altri
tempi.
Io continuavo
a scannerizzare e vedendo poi affiancate sullo schermo del monitor quelle mie
foto iniziai a immaginarle fondersi tra di loro, ritagliarsi a pezzi per
entrare nelle altre immagini, come in un collage, come in quelle favole dove Biancaneve
prende il tè con Cenerentola mentre il Grillo Parlante consiglia un paio di
scarpe più comode al Gatto con gli stivali.
Percepivo una
sensazione a cavallo tra la metafisica e il surreale. Era l’immaginazione che
riemergeva, quella che mi rendeva a volte anche da bambino e da ragazzo un
soggetto “incomprensibile”.
I calendari free in PDF
Si avvicinava
il nuovo anno ed ebbi un flash mentale: realizzare un calendario con 12
fotomontaggi realizzati da me.
Il mio
calendario 2001 fu il primo
nella storia del web ad avere le seguenti caratteristiche:
- scaricabile da chiunque
- poteva essere stampato in alta definizione
- chiunque poteva decidere come montarselo (da tavolo o da parete)
- gratis
- realizzato in PDF
- specifiche dei diritti di utilizzo in Creative Commons
- fu il primo calendario ad essere realizzato con 12 fotomontaggi realizzati con Photoshop
Odio quando
mi si dice che sono troppo avanti; chiunque, associando ed utilizzando gli
strumenti che ha a disposizione (cuore e mente compresi), può arrivare a
un’idea originale.
I primi
esperimenti delle immagini di questo primo calendario non erano del tutto
soddisfacenti. Nel tempo perfezionai l’utilizzo degli strumenti di selezione e
le altre funzioni che mi servivano per realizzare questi fotomontaggi.
Per il 2002
realizzai un altro calendario con stesse caratteristiche e ne stampai alcune copie in offset che regalai a
chi venne in occasione di una mostra che tenni al Kestè di Fabrizio Caliendo a
Pozzuoli. Poi ogni anno vennero gli altri calendari; era come fare un figlio
all’anno che rappresentava la sintesi del mio lavoro dell’anno precedente.
Nascita del naming del progetto
Tralasciai i
fotomontaggi generici a meno che non mi venivano richiesti per lavoro, e mi
dedicai principalmente a quelli su Napoli.
Cominciai
quindi a sviluppare Fantanapoli, il nome che diedi alla prima serie di immagini
sulla Napoli ritagliata, smontata, fatta a pezzi e rincollata: le Vele di
Scampia nel mezzo del Centro Direzionale, le colonne del chiostro maiolicato di Santa Chiara all’interno della stazione Vanvitelli della metro…
Poi mi
accorsi che la rete era piena di “Fantanapoli”, nel senso che quello era il
nome dedicato a una roba sul calcio. Allora ribattezzai il lavoro Sorprendente
Napoli ma mi resi conto presto che queste immagini potevano avere nulla di
sorprendente per qualcuno. Forse per molti.
L’approdo a
Impossible Naples Project è stato naturale. Mi è sembrato un giusto titolo all’intero lavoro che non urtava il senso estetico di alcuno.
Impossibile è
qualcosa di indefinibile se non con la parola stessa.
Come nascono le immagini di Impossible
Naples
Il progetto
dura ormai da 14 anni con lunghe pause tra un’opera e l’altra.
Ogni
rappresentazione “impossibile” ha dei tempi di lavorazione che a volte durano
anche più di un mese come Gallery (omaggio a M.C. Escher) e Da Nessuna Parte. Perché
non parto quasi mai da un’idea precisa. Immagino qualcosa che vive in fondo
alla mia mente che è lì indefinita, sfocata, ed inizio a tirare fuori alcune
mie foto dall’archivio da cui smembro alcune porzioni per assemblarle, quasi
come se seguissi quel flusso dell’automatismo surrealista pollockiano.
Poi c’è
Metamorfosi, un’immagine che iniziai all'inizio del 2007 col vecchio Mac G4 e che a un certo punto non
me la faceva più lavorare per mancanza di ram. La completai alla fine del 2008
quando mi decisi di passare a un Mac più potente. Metamorfosi è il panorama di Napoli
più lungo del mondo, potrebbe entrare nel Guinness dei Primati (la procedura purtroppo
è a pagamento), stampandola misura 30cm di altezza ed è lunga circa 6 metri. Non la trovate
nel sito perché ho intenzione di apportarci altre modifiche.
Poi l’immagine
si chiude. Si completa dopo che ogni dettaglio è stato verificato, gli
scontorni devono essere perfetti, il senso deve essere compiuto e non un
semplice gioco di virtuosismo grafico. Gli accostamenti dei ritagli devono
assemblarsi in una sorta di collage omogeneo, realistico ma surreale e che tenga
le distanze dall’astrattismo.
Zen e la Grande Bruttezza
Per me realizzare
queste composizioni fotografiche è come sedarmi dallo stress della Grande
Bruttezza del mondo che ci circonda. Gli scontorni delle immagini sono al 90%
realizzati con lo strumento di selezione poligonale del Photoshop, punto per
punto, quasi un esercizio zen che mi rilassa e addestra con costanza il mio
livello di pazienza, di sopportazione psicologica che aiuta ad interagire con
le avversità della vita in modo più sereno. È in effetti un po' quella che oggi promuovono come fotografia terapeutica.
Lo sbarco di Impossible Naples
Da qualche
mese ho deciso di rivelare al mondo della rete questo progetto
artistico-fotografico. Negli ultimi anni è stato proposto per esposizioni e
pubblicazioni e conoscere un certo “mondo” di organizzatori di mostre,
galleristi, istituzioni, mi ha fatto comprendere certe distorsioni e
incompetenze che molti hanno sulla valutazione di qualcosa di cui non si hanno
gli strumenti culturali e tecnici per andare oltre i propri parametri di giudizio.
Il mondo
dell’editoria non è da meno. Una grande casa editrice nazionale che si occupa
d’arte, dopo aver manifestato il proprio gradimento sul progetto, mi chiese se
avevo uno sponsor per finanziare la pubblicazione di un volume.
Ovviamente a
fronte di esperienze del genere, non sono mancati sinceri e disinteressati
apprezzamenti da parte di chi l’arte, la fotografia, il design, la grafica, li
producono e non ne parlano soltanto.
Stimolato dalle persone di cui sopra ho quindi deciso di mettere online, per ora a
costi accessibili, una selezione delle immagini per renderle fruibili a quella
nicchia di collezionisti ed appassionati di cose originali che va autonomamente
a caccia di qualcosa di nuovo, senza farsi influenzare dagli “addetti ai
lavori”, ma che si lascia guidare dal proprio senso estetico.
Il sito web
Nel sito ImpossibleNaples sono indicate tutte le specifiche per l’acquisto in stampa fineart di
alcune immagini del progetto e le disposizioni economiche e di copyright per
eventuali mostre.
Spero che vi
piacciano e che vi affezionerete ad esse, anche se non intendete acquistarle, almeno
per il solo fatto che dietro ognuna di esse c’è un impegno di lavoro durato 14
anni da parte di chi ha cercato di rendere una Napoli surreale, escheriana, con
tutta la passione e l’amore che ha per questa città.
Vedi il sito Impossible Naples Project
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