domenica 20 dicembre 2015

“Il teorema dello scaffale” un libro fotografico non-pubblicitario

Un libro fotografico di professionisti della pubblicità che mostra un back-stage di alcuni prodotti presenti nelle nostre case in maniera etica e minimalista.

Cosa succede quando due fotografi pubblicitari e un copy-writer sono circondati quotidianamente da decine di prodotti, articoli da fotografare per lavoro, renderli belli, più glamour di quello che sono e dove la luce è il loro principale pallino per restituire riflessi e texture con quei colori che devono sedurre i consumatori finali attraverso brochure, manifesti, annunci stampa e quant’altro?

Assuefazione? Rigetto? Repulsione? Noia? Forse tutto ciò o forse nulla di tutto questo, ma può scattare sicuramente qualche meccanismo insolito che può portare a vedere gli oggetti di uso e consumo in maniera diversa da come devono essere mostrati normalmente nell’advertising.

© Pierluigi De Simone e Francesco Rotili
Cara pubblicità eccoti il bianconero nudo e ironico. Un po’ sarcastico, forse: “Il teorema dello scafale”, un libro edito nel 2009 per l’editrice Tilapia e realizzato dai fotografi Pierluigi De Simone, Francesco Rotili e dall’ex copywriter Vittorio Liberti attualmente insegnante di italiano.

In copertina un’immagine di un non-logo, una “o” di un improbabile font con bordo argentato che racchiude l’immagine di un dettaglio di ventose di un polpo. Il tentacolo centrale attraversa con una diagonale convessa la strana “o” dividendola simmetricamente in due parti.

Una copertina elegante, con fondo nero satinato. Come un voler propinare un prodotto di lusso ma che non è tale. Un voler fare un “pacco” come si dice a Napoli, un bidone, una cantonata, presentando un viscido mollusco come se fosse un gioiello.

I soggetti ripresi in questo libro e che entrano quotidianamente nelle nostre case vengono visivamente sezionati con punti di vista che vanno al di là dell’osservazione fotografica. In senso tecnico, intendo. Subentrano, in queste immagini, processi di riflessione analitici, etici, andando oltre le apparenze e rivelando osservazioni ambientaliste, animaliste, filosofiche grazie ai contributi didascalici (250 battute per foto) di Vittorio Liberti.

In fondo è questo il lavoro del fotografo, porsi domande, darsi risposte, perlomeno cercarle.
Sulle confezioni delle uova vi è un codice. Il 3 indica un allevamento di 25 galline che vivono in uno spazio di un metro quadro. Venti centimetri quadri per ogni gallina. Uno zampirone affoga il senso dei sensi. La natura la ingeriamo senza che ne osserviamo le sue divine ed affascinanti strutture geometriche, reticolari che la rendono di estrema bellezza e qui fotografata per darcene conto.
Ventinove immagini per riflettere su un mondo minimalista. Un mondo che inosserviamo ma che sta intorno a noi.

“Il teorema dello scaffale” è un libro da sistemare per teorema sullo scaffale accanto a un volume di Andy Warhol. Perché classificabile come Pop-Art.
Se Andy Warhol soggiogava il mondo del consumismo estremizzandolo con la riproduzione maniacale del prodotto o saturava la notizia di un incidente stradale ripetendo più volte il frame in un’opera, Pierluigi De Simone, Francesco Rotili e Vittorio Liberti, con questo libro esprimono in maniera analitica e poetica un back-stage pubblicitario che non è un voler andare contro senso, un voler essere a tutti i costi voce fuori del coro del mondo pubblicitario, ma uno stimolo per aumentare la consapevolezza delle nostre abitudini di vita, per auspicare un mondo migliore.


Il teorema dello scaffale; Pierluigi De Simone, Francesco Rotili, Vittorio Liberti; ed. Tilapia - 2009

giovedì 3 dicembre 2015

Il Rione Sanità, Oro di Napoli raccontato in fotografia

Si è inaugurata la mostra fotografica “Il Rione Sanità" alla Salumeria Upnea. Contaminazioni sociali per una fotografia a misura d’uomo.

"Maternità" da Upnea per mostra "Rione Sanità" © MGC
Lo spazio espositivo di una mostra quanto materiale da osservare può contenere? Quanti autori possono essere presenti in relazione alla quadratura?
Forse non esiste regola o probabilmente è la Salumeria Upnea che ha avuto il coraggio di stravolgere la relazione che può esserci tra contenuto e contenitore riempiendo in fitti patch-work le pareti del suo ambiente, saturandolo di immagini che raccontano dall’esterno all’interno più intimo parte del Rione Sanità.

L’inaugurazione è stata un momento di fotografia intelligente, fotografia “utile”, come la definiamo noi di Photo Polis, fotografia a misura d’uomo.
Tra il pubblico c’erano persone ordinate, con mazzi di fiori in mano come se fossero andate alla prima di un balletto a teatro, si distinguevano per il loro entusiasmo nell’osservare le immagini, cercandole, trovandole, sorridendo. Non si risparmiavano i selfie fatti davanti ad esse. Ho visto la felicità negli occhi di quelle persone, erano gli abitanti del Rione Sanità, orgogliosi di essere al centro dell’attenzione, contenti di avere anche loro i “15 minuti” warholiani.

Sinergie, condivisione, contaminazioni, socialità, scambio. Se la fotografia serve a creare tutto ciò svolge buona parte della sua missione. Della sua utilità.
È un modo di vivere un quartiere fuori del quartiere stesso. Un modo per avvicinare realtà sociali ad altre. Inorgoglire parti di popolo che ritrovano una loro identità, un loro senso di appartenenza al territorio e condividerlo con chi è fuori quelle realtà. Attraverso le immagini.
È fare cultura. È conoscenza. È la consapevolezza che Napoli vive sotto lo stesso respiro e non esistono confini.

Il centro storico prima degli anni ’90 era snobbato dai residenti di altri quartieri, poi è diventato quello che è, una delle principali attrazioni culturali della città. Sul Rione Sanità varie associazioni stanno lavorando da anni sul territorio e vi arriva ora anche il turismo internazionale. Tutto con grande fatica perché le istituzioni non sono sempre presenti.
La fotografia, un certo tipo di fotografia, aiuta a valorizzare il territorio, a farlo vivere, a creare fusione tra abitanti dei vari quartieri. La condivisione accelera i processi di civiltà. La fotografia può.

La gente del Rione Sanità per una notte è stata l’ombelico del mondo. Un passo avanti, un mattone per aiutarsi a vicenda a ricostruire quel senso civico di una Napoli che stiamo dimenticando. Quella eduardiana, per intenderci; fatta di solidarietà, di buon umore, di quella filosofia di vita che ci ha caratterizzato negli anni addietro e Sergio Siano, Roberto Stella e Luigi Crispino, promotori del corso di fotografia conclusasi con la mostra degli allievi, hanno dato un loro contributo attivo a tutto ciò.


In esposizione immagini di:

Angelo Moraca, Claudio De Falco, Fiammetta Tarallo, Sofia Quarantelli, MariaGiovanna Capone, Emanuela Cervo, Lorella Tripodi, Massimo Caroelli, Annalisa Guida, Ada Santasilia, Federica Lamagra, Irene Angelino.

Presso:

Salumeria Upnea
Via San Giovanni Maggiore Pignatelli, 48 . Napoli

Info:

Info: 081. 19364649 | 3477905900

Fino al 6 dicembre