martedì 25 novembre 2014

Perché non chiedere all’amico fotografo “qualche foto”

È sempre imbarazzante per un fotografo professionista ricevere la classica domanda da un amico "la porti la macchina fotografica per fare qualche foto”?
Molti non sanno dire di no e ciò comporta dei problemi per il fotografo di cui spesso l’amico non ne è a conoscenza.
Però un paio di strade per avere foto gratis ci sono…


A volte è un semplice conoscente che ti ritiene persona amica e si ricorda di te quando deve documentare con “qualche foto” un proprio evento.
È ovvio che, se ci tieni particolarmente a una tale persona, cercherai di accontentarla senza far pesare la richiesta. In fondo il fotografo è una persona generosa a prescindere, altrimenti non farebbe questo mestiere: la sua passione nasce per condividere con altri ciò che osserva.

Ecco alcuni motivi per cui un fotografo potrebbe rifiutarsi di fare foto gratis:

non faccio foto gratis
Usura dell’attrezzatura fotografica
Chi non è fotografo pensa che oggi scattare foto non costi nulla perché non ci sono costi di pellicole, sviluppo e stampa.
Ma non è così.
Nell’arco di un anno mi è capitato di portare in assistenza un obiettivo che, lavorando lavorando, gli si erano saltati i circuiti interni. Costo totale 200,00 euro e mi è andata bene.

Il corpo macchina (la fotocamera, la macchina fotografica, per intenderci) è soggetto a usura nel tempo: più volte si scatta e più invecchia. A un certo punto l’otturatore interno non funzionerà più come deve. Si incepperà. Morirà. Le schede di memoria riutilizzate più volte, improvvisamente ci lasceranno a piedi.

Anche il sensore CCD, l’organo che cattura l’immagine, si usura nel tempo. A lungo andare perde pixel per strada. Il fotografo vede le proprie foto ingrandite sul monitor e bestemmia quando si accorge che certi puntini bianchi sulle immagini sono più di due o tre.

Usura del proprio corpo
Un fotografo professionista non si risparmia quando lavora e costringe il proprio corpo a una serie di sollecitazioni che come minimo portano stanchezza fisica, in alcuni casi all’usura nel tempo di schiena, ginocchia, occhi.

Correre sul punto in cui si svolge l’azione potrebbe farlo inciampare e provocargli una frattura, una distorsione, una lussazione alla spalla.
Flettersi sulle ginocchia e rialzarsi più volte, comporta stress a schiena e ginocchia.

Alcuni fotografi soffrono anche di tunnel carpale, una patologia alla mano che può verificarsi per il continuo utilizzo del mouse durante la fase di postproduzione delle immagini.
Si tratta di malattie professionali che non vengono riconosciute come tali e solo se il fotografo stipula una polizza assicurativa privatamente (di tasca propria) potrà beneficiarne.

Tempo
Forse si pensa che fare “qualche foto” significhi semplicemente fare click sul pulsante di scatto durante l’evento e la storia finisce lì. Ma non è così.
Un fotografo professionista dedica molto più tempo alla fase successiva della ripresa.

Si tratta di correggere le immagini, ritoccarle, mettere a posto i colori, scartarle per fare una selezione e poi, dopo l’operazione di photo editing, c’è la fase di storage, quella di conservazione delle foto. Perché un fotografo professionista non getta a casaccio le foto nell’hard disk, ma le conserva, archiviandole, usando un database. Farà in modo che anche dopo 10-20 anni quelle foto potranno essere da lui ritrovate facilmente se l’amico gliele richiederà perché le ha perse.
Perché l’amico non fa i back up. Perché l’amico non sempre sa dove conserva le cose.

E tutto ciò si chiama tempo. Tempo che viene tolto al lavoro del fotografo che invece potrebbe impiegare in altro per guadagnare qualcosa.

Costi
Non ci sono solo i costi di manutenzione di un’attrezzatura fotografica.
Per lo storage ad esempio, il fotografo deve acquistare sempre nuovi supporti per l’archivio man mano che cresce: DVD, CD, hard disk.
Poi ci sono altri costi di gestione dell’attività di un fotografo e ne cito solo alcuni:
  • Aggiornamenti dei software per il computer
  • Manutenzione del computer
  • Commercialista
  • Fitto dello studio
  • Aggiornamenti professionali (anche un professionista non smette mai di frequentare corsi e workshop che hanno un loro costo)

Torniamo all’amico che ti chiede “qualche foto”.
Perché lo chiede a te e non a un altro?
Forse perché ti reputa veramente un amico.
Perché crede che ti faccia piacere.
Non conosce nessun altro che abbia una fotocamera.
Tutti i suoi amici più fidati saranno impegnati in altro durante l’evento e quindi non avrà nemmeno la possibilità di contare su qualche scatto fatto coi fotofonini.
Perché sei bravo.

Occorrono anni per essere un bravo fotografo
Ecco, forse perché sei bravo. Infatti fai il fotografo per lavoro.
Per essere un bravo fotografo tu sai che ci hai messo degli anni per imparare a fare buone foto. Hai studiato, hai fatto ricerca, hai sperimentato, hai fatto errori che ti hanno fatto perdere i primi clienti, hai imparato a capire al volo la gente e i suoi stati d’animo e quindi sai coglierne con un click le espressioni giuste al momento giusto, sai come devi muoverti in un determinato contesto, sai quando puoi e non puoi usare il flash, sai inquadrare in una frazione di secondo, conosci la direzione del sole in ogni stagione, sai raccontare qualcosa in 10 scatti, sai prevedere ciò che deve essere ripreso, sai usare il Photoshop ecc. ecc.

Insomma, ci hai messo degli anni per imparare a fare la foto che farai domani. Non so se rendo.

Sei un bravo fotografo ed hai deciso che questo è il tuo lavoro. Quello che ti consente di avere il piatto a tavola, pagarti le tasse e le bollette, la benzina o i biglietti per i trasporti pubblici… vivere, in poche parole.

Ma posso farle le foto gratis?
Teoricamente un fotografo professionista non dovrebbe fare foto gratis. Fiscalmente parlando.
È infatti d’obbligo l’emissione di una fattura, una ricevuta fiscale per ogni sua prestazione.
Può fare una fattura anche di 10,00 euro ma ciò non so fino a che punto potrebbe convenirgli.
Già digitare descrizione ed importo della fattura, stamparla e consegnarla, porta via tempo (il tempo è lavoro, ricordi?) anche se la invii via e-mail.
Ma in fondo non è un crimine concedere qualche volta un po' del proprio lavoro gratuitamente quando fa piacere.

"Ti metto in mano la mia digitale"
Potrebbe succedere allora che l’amico ti dica che ti presta la sua reflex e poi se la vede lui.
Come la mettiamo?
Non sarebbe molto professionale perché tu sai che una foto è una foto quando gestazione e parto sono dell’autore. Quando l’hai seguita dallo scatto allo scarto alla post-produzione.

L’amico potrebbe mettere in circolazione sui social immagini che tu avresti scartato e succederebbe che se qualcuno chiedesse chi diavolo ha fatto quelle foto, ti bruceresti qualche potenziale cliente.
Ti conviene anche se si tratta di un favore fatto in via amichevole?
Pensaci.

Scambio di lavoro
Personalmente mi è capitato di fare qualche servizio fotografico gratis, ma per carissimi amici che mi hanno fatto guadagnare in passato molto di più di quanto avessi chiesto per il favore gratis.
E l'ho fatto con piacere.
Non è la regola, ma quando si crea una sinergia sul lavoro fatta di rispetto reciproco e lealtà, si può fare.

Una soluzione ci sarebbe… lo sponsor tecnico
Se sei un’amico di un fotografo e ti piacerebbe che sia lui a documentare fotograficamente un evento che hai organizzato ma non hai un euro da dargli perché dovrai sostenere tutte le spese di allestimento, comunicazione, stampa locandine e manifesti, buffet, fitto della sala ecc. ecc. puoi giocarti la carta dello sponsor tecnico.

Ci sono fotografi che sono disposti a fornire una propria prestazione professionale gratuitamente in cambio della visibilità del proprio nome per tutta la durata dell’evento. Dal lancio del primo comunicato stampa alla fine.
Questa operazione si chiama sponsorizzazione tecnica: non c’è passaggio di denaro ma uno scambio di benefit tra le parti. L’amico che organizza l’evento avrà il proprio servizio fotografico in cambio della visibilità al fotografo su tutta la comunicazione dell’evento stesso.

L’accordo ovviamente non conviene assolutamente farlo verbalmente per evitare incomprensioni, equivoci, malintesi che farebbero perdere un’amicizia.
Occorre infatti sottoscrivere un documento in cui siano specificati tutti i punti relativi allo scambio.


Questi sono solo dei consigli, poi ognuno è libero di fare ciò che ritiene più opportuno a seconda di quanto voglia dare al proprio lavoro un brand professionalmente etico.

Se sei socio dell’Associazione Culturale Photo Polis e intendi stipulare un accordo di sponsorizzazione tecnica con l’amico fotografo (o se sei tu l’amico fotografo fa lo stesso), avrai tutte le info del caso gratuitamente. Scrivi a associazione@photopolis.org per saperne di più.



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