L'utilità di una delle app più utilizzate nella fotografia amatoriale potrebbe avere un'applicazione professionale nel campo della comunicazione.
Instagram continua a spopolare nel web con una sovraproduzione di foto che inevitabilmente si perderanno nella rete o negli hard disk, ma qualcuna si salverà...
Come per molte novità nel campo tecnologico, i feticisti dell'Hi Tech hanno creato un po' di repulsione per l'Instagram nei confronti dei consumatori più conservatori. Perchè abusato, perchè forse applicato solo con intento feticistico.
La guerra dei click
I social invasi da selfie, cibi fotografati prima di essere ingurgitati, ciccioni sotto l'ombrellone e poi eterne aspiranti soubrette che si riprendono i piedi o con il proprio gattino, ecc. ecc.
Ma ci può essere un'utilità in tutto questo.
Siamo in tempi in cui la comunicazione ha raggiunto le vette della saturazione dell'iper-informazione. I messaggi si perdono in una bolgia di informazioni, spesso fasulle, a volte create appositamente per attirare il pubblico sulle pagine del proprio sito in quanto a caccia di click sui banner pubblicitari.
È una guerra all'ultimo click perchè la gente non compra più giornali: ormai il grosso dell'informazione corre sul web.
Ma questa è un'altra storia e non vorrei dilungarmi.
Per il popolo da 140 caratteri
Fatto sta che il pubblico della rete non smanetta più sui motori di ricerca per trovare informazioni.
Man mano le key words, le parole chiave che ti portano agli indici di Google, vengono utilizzate sempre meno.
Il popolo del web si sta dividendo tra chi assorbe le informazioni, senza cercarle, ovvero quelli che scrollano Facebook o Twitter passivamente e quelli che cercano i contenuti attraverso gli hashtag.
Le ricerche con parole-chiave fatte a volte con stringhe booleane è roba per conservatori, per i veterani del web che forse si adegueranno specie se gli algoritmi dei crawler dei motori di ricerca si piegheranno al nuovo trend di utilizzo della rete, sempre più veloce, diretto, superficiale.
Per il popolo del web da 140 caratteri.
Informarsi sull'ultimo secondo
Cercare informazioni con gli hashtag è effettivamente il modo più rapido per recuperare contenuti, notizie, informazioni.
Su Twitter l'hashtag-informazione corre sull'ultimo secondo, nemmeno Google è ancora così veloce coi suoi spider.
Instagram+Hashtag per comunicare: Iconosquare
Nell'aprile 2014 Statigram, il sistema analytics di Instagram diventa Iconosquare.
Sono capitato per caso su questa piattaforma mentre cercavo informazioni su Google con l'hashtag #laterzaclasse, una band napoletana di musica bluegrass alla quale sono legato.
Bene, ho trovato Iconosquare un po' la pietra filosofale per la comunicazione di questo periodo storico, quella da 140 battute, intendo.
Basta infatti cercare qualcosa in rete con il cancelletto (#) e molto probabilmente ti ritroverai su una pagina di Iconosquare con tutte le immagini relative alla tua ricerca fatta con hashtag.
Informazione condivisa
Si tratta di informazione condivisa, bilaterale, parallela: il VIP lancia i suoi Instagram con un certo hashtag che viene utilizzato poi da chiunque con proprie immagini Instagram per "dialogare" intorno a quel tema. Ma la bellezza di Iconosquare è che, a differenza di Twitter, vengono indicizzate solo tutte le immagini Instagram taggate con quel hashtag.
Non solo, Iconosquare è un social network che consente di valutare anche il feedback della propria comunicazione fatta attraverso le immagini.
Ma è un club, riservato solo ai possessori di smartphone con app Instagram anche se poi tutto è in chiaro sul web.
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