giovedì 7 dicembre 2023

Il valore dell'arte contemporanea

 

Tate di Londra



Il valore dell’arte contemporanea… 

Quali sono i parametri che definiscono il prezzo di un’opera d’arte? 


Intorno al mondo dell’arte girano figure professionali che contribuiscono alla quotazione degli artisti ma può capitare che nel meccanismo si infilino situazioni, e quindi non solo persone, che possono concorrere a definirne i prezzi. 

L’artista o l’autore, come qualcuno preferisce definirsi, può realizzare qualcosa di geniale, di unico, di eccezionale ma se non è conosciuto da chi opera nel sistema-arte, resta nell’oblio. 
Al contrario, ci sono artisti che pur realizzando opere di dubbio valore, riescono ad avere un “coefficiente” alto grazie a tutta una serie di combinazioni (amicizie, entrature, marketing, partecipazione a mostre prestigiose anche se a pagamento, incontri fortunati…). 
In Artisti si diventa di Angela Vettese vi sono raccontati alcune situazioni di come gli artisti possono raggiungere la notorietà che desiderano. Notorietà, sì, perché è una condizione indispensabile per entrare nel mercato dell’arte. 
Galleristi, critici, mercanti d’arte, art dealer, art advisor, curatori, media… grosso modo sono loro che alimentano la notorietà di un artista ma non è “automatico”. 
C’è tutto un lavoro di relazioni che va tessuto e che porta via non poco tempo all’artista che per relazionarsi penalizza il suo tempo prezioso che andrebbe invece destinato alla realizzazione dei propri lavori. Perché c’è quello strano meccanismo della condivisione, quello che una volta si chiamava “tam-tam”, per cui se un opinion leader del mercato dice “carino”, via, giù tutti a seguire alimentando il fuoco. Ma stacchiamoci un attimo da quello che è l’art-system. 

Al di là della “firma”, della notorietà dell’artista/autore, cosa dovrebbe definire il prezzo di un’opera? 
Per me ci sono dei parametri fondamentali che cercherò di enunciare… 

Componente emozionale 

Ci sono amanti dell’arte che non hanno grandi competenze in merito ma puntano sui loro gusti, sul proprio fattore emozionale. Economicamente facoltosi o meno, sono quelli che non si lasciano abbindolare dalle proposte del mercato, dalla “griffe”, ma hanno l’intuizione di individuare artisti sconosciuti che li catturano. 
Se hanno disponibilità economiche non battono ciglio quando l’artista dice il prezzo di una sua opera anzi, possono rilanciare offrendo un prezzo maggiore come se fossero giocatori di poker sicuri di avere una scala reale tra le mani. Il che vale come incoraggiamento per l’artista emergente. 
Sono collezionisti che considererei veri e propri talent-scout. Sono quelli che frequentano mostre snobbate dai media, bazzicano mercati occasionali, sono quelli che curiosano, chiedono, cercano di trovare l’autore di qualcosa che hanno visto esposto in una vetrina di un negozio e il loro fiuto spesso c’azzecca. 

Durata e caducità dell’opera 

Negli ultimi 20-30 anni si sta assistendo al sorgere del problema di deperibilità di alcune opere di arte contemporanea. Mentre olii, marmo, bronzo sono materiali che durano nel tempo e le cui tecniche di restauro sono già ampiamente sperimentate e sicure, carta, gomma, plastica, tecnologie ed altri materiali effimeri comportano problemi di conservazione e restauro le cui modalità sono ancora in parte sperimentali. 
La carta se non è fatta di cellulosa e cotone puro, contiene un Ph alto (acidità) che porta a un deterioramento più rapido. La gomma si può ingottare. La plastica si opacizza nel tempo. Le opere tecnologiche potrebbero creare problemi di recupero di hardware per il restauro. Una stampa Cibachrome può perdere la sua brillantezza “metallica”. 
Quanto si è disposti a spendere per un’opera “non ereditabile” o la cui conservazione costerebbe per gli interventi di restauro? 

Artigianalità 

Una camicia fatta a mano con maestria minuziosa costa più di una prodotta in serie con macchine automatiche. Viste da lontano entrambe possono sembrare identiche ma osservandole da vicino e con attenzione se ne possono scorgere le differenze “respirando” il lavoro manuale del sarto che ha cucito a mano, con ago e cotone, ogni occhiello. Un oggetto in vetro di Murano ha una lavorazione facilmente distinguibile da un vetro venduto a Murano, spacciato “di Murano” ma siglato CE che non sta per Comunità Economica Europea ma per China Export. 
Una ceramica di Capodimonte ha un suo valore per la certosina abilità dell’artigiano che l’ha realizzata. La precisione a volte maniacale del dettaglio è una componente che andrebbe premiata anche nell’arte. La perfezione non esiste, ma un buon occhio sa riconoscere il desiderio di perfezionismo dell’artista in un’opera: dettagli iperrealistici, cura delle ombre e delle luci, sfumature, proporzioni auree, giusti rapporti tra spazi e distanze degli elementi che costituiscono l’opera. L’assenza di sbavature valorizza il “prodotto”. 

Tempo di lavorazione 

E con la sapiente e paziente realizzazione del pezzo ne consegue il tempo di realizzazione. Quanto tempo ci mise il puntinista Seurat per realizzare Un dimanche après-midi sur l'île de La Grande Jatte? Perché Leonardo ha lavorato alla Gioconda così a lungo continuando a ritoccarla fino alla fine dei suoi giorni? 
Il tempo di lavorazione andrebbe inteso come la somma del tempo di progettazione dell’opera con quello di realizzazione effettiva. Progetto Disegni preparatori, schizzi, appunti scritti, bacheche sulle pareti dello studio invase da ritagli di giornali, prototipi, simulazioni, chiacchierate con chi può aiutare tecnicamente o logisticamente a realizzare un’opera… Perché dietro a certa arte non c’è necessariamente solo compulsione ed istinto, ma progettazione. Che non cozza assolutamente con arte. Almeno nell’accezione originaria del termine. 

Come nasce l’idea? 

Ma in realtà: esiste un’idea, un concept dell’opera che osserviamo? E, se sì, come ci è arrivato l’autore? C’è una relazione scritta o altro tipo di documentazione del lavoro eseguito? Quali difficoltà ha incontrato l’artista e come le ha risolte per portare a compimento il progetto? Cosa si vuole esprimere attraverso l’opera? L’artista a cosa/chi si è ispirato? 

Storia 

Io penso che ogni opera vada documentata dalla progettazione alla sua realizzazione e anche tutta la sua vita a seguire: mostre, vendite, aste, foto dell’opera contestualizzata nell’ambiente in cui si trova… Non si tratta di costruirne una storia artificiosa ma documentarne la sua effettiva vita con foto, video e testi (pensieri dell’autore, interviste, rassegna stampa…) per tenerne traccia realizzando una sorta di book per accrescerne il fattore emotivo e meglio collocarla storicamente. Una famiglia che continua a stampare le foto dei propri momenti migliori attaccandole negli album e non lasciandole sul cloud del telefonino, crea anche un legame coi nipoti e posteri. Ha una storia “visibile, condivisa” alla quale ci si può affezionare. Un album cartaceo si tocca ed appartiene al possessore, immagini in pixel appartengono all’hardware. Credo che valga anche per certe opere. Credo che ogni artista debba curare il proprio archivio in maniera sistematica innanzitutto per far meglio comprendere la sua intenzionalità progettuale affinché non lo facciano altri dopo la sua scomparsa… sbagliando. 
In un’intervista ad Umberto Eco questi denunciava il fatto che su Wikipedia doveva non raramente intervenire per ritoccare la sua biografia in quanto con imperfezioni scritte dalla comunità wikipediana. La documentazione di un’opera e della biografia aggiornata dell’artista le considero valore aggiunto fondamentale. 

Valenza sociale 

Ci sono artisti di varie epoche che hanno realizzato opere che non sono servite solo ad abbellire un salone o aumentare il prestigio di una famiglia reale. Penso a Joseph Beuys e le “7.000 querce”; a “La zattera della Medusa” di Théodore Géricault dipinto col quale denunciò il governo francese; alle scene truci di Goya che denunciavano le brutture della guerra così come Guernica di Picasso, ma penso anche ad alcune opere realizzate da giovani artisti e designer in occasione del concorso “Fun Theory” bandito dalla VolksWagen di cui molti conosciamo “Piano Stairs”. 
Valenza sociale, ambientale, dissenso di certi meccanismi di Potere (tipo Ai Weiwei, per intenderci). Se c’è un pensiero legato al contesto storico della creazione di un’opera, c’è un valore immateriale ma pur sempre un valore. 

Esclusività 

Senza tanto filosofeggiare sulla riproducibilità tecnica dell’arte tanto discussa da Walter Benjamin e inculcata nelle nostre accademie, poniamoci la domanda: l’opera è riproducibile? Ne possono esistere copie? Ha una tiratura limitata? Per le donne una delle più grandi umiliazioni è quella di incontrare a un ricevimento un’altra donna che indossa lo stesso abito. In certe abitazioni popolari vediamo quadri prodotti in serie e venduti in certi centri commerciali. Ma c’è chi vuole possedere qualcosa di esclusivo. Qualcosa che solo lui o pochi altri possiedono. L’esclusività dell’oggetto posseduto fa scattare un meccanismo di autogratificazione. Diciamolo: è bello condividere un’opera con gli ospiti che vengono a trovarci a casa o in azienda. 

Produzione dell’artista 

Una sorta di esclusività potrebbe essere determinata anche dalla quantità di pezzi prodotta dall’artista. Ci sono opere che necessitano di tempi lunghi per essere realizzate e poi un autore, visto che nessuno lo paga se non vende, deve anche trovare altri modi per sbarcare il lunario. Chi ha una cattedra di insegnamento ha tutto il tempo per produrre poche ma eccezionali opere. Una produzione minima ma di grande qualità, rende ogni pezzo una rarità. 

Originalità: la genialità innovativa 

«Mai visto nulla del genere!!!» è il miglior complimento che un artista possa sentirsi dire. Significa che ha fatto centro. Non c’è bisogno di creare uno shock emotivo per fare centro. Un’opera è originale quando non è possibile rapportarla a un filone, a un movimento artistico. L’originalità, la grande idea non viene comunque dal nulla ma da un processo di elaborazione di spunti e relative ricerche di qualcosa che l’autore ha studiato e intende esprimere. Non somiglia ad altro e se ci somiglia è sviluppata con un passo avanti. È oltre. Picasso diede un passo in avanti all’arte col cubismo ma già gli impressionisti si posero il problema di rappresentare la realtà secondo quelle che sono le nostre percezioni visive. 
Questo, in fin dei conti, è il genio: «i mediocri imitano, i geni copiano» come sembra abbia detto lo stesso Picasso. 

Costi di realizzazione 

Un’opera a volte necessita di figure professionali altamente specializzate che contribuiscono alla sua realizzazione o c’è bisogno di lavorarle in capannoni industriali, grandi hangar con misure di sicurezza a norma. Tecnologie usate in tandem con tecnologi e scienziati. Imprese edilizie, staff di operai… Tutta roba che costa. Ovviamente tutto costa ma è l’artista (o chi per lui) che, a chi non è del campo, dovrebbe spiegare che l’incisione a laser sul metacrilicato, una stampa fineart, una levigazione e lucidatura di una scultura in legno ecc. ecc. hanno dei costi. 

Costi di manutenzione 

Mettiamo che un collezionista acquisti un’installazione di Bill Viola con schermo al plasma. Quanto gli costerebbe farla rimettere in sesto se alcuni pixel del file in loop iniziassero ad autocancellarsi o se lo schermo si bruciasse? Certo la manutenzione è un costo che non gioca a favore di certe opere. 

Prologo

Queste sono solo considerazioni personali che non possono avere l’autorevolezza di chi opera nel sistema dell’arte, ma se io fossi un aspirante collezionista non le butterei affatto. 

domenica 26 novembre 2023

Photo & Drink da Klaus Bunker

Una piacevole serata dall'eclettico Klaus Bunker alias Alessandro De Fraia


Sabato 25 novembre siamo stati nel fantastico mondo di Klaus Bunker in occasione di un Photo & Drink dell'Associazione Photo Polis.


Il progetto fotografico Napoli Inversa, bricolage, gioielli in legno, carte marmorizzate e dimostrazione per come realizzarle, musica al vinile, abbiamo visitato le officine dell'eclettico fotografo accompagnati da un buon vino e delizioso buffet fatto in casa.

Al termine della serata, exploit con brindisi per inaugurare l'ampia galleria d'arte di Klaus.

Si ringraziano i soci intervenuti e la famiglia De Fraia per l'ospitalità.























lunedì 26 giugno 2023

call: spazio condominio

SPAZIO CONDOMINIO
C’è vita in quegli spazi: fotografiamola!

Un progetto per la valorizzazione degli spazi condominiali e la loro possibile rigenerazione

Ideato da Marco Maraviglia per l’Associazione Photo Polis con la collaborazione di Francesca Sciarra


© Francesco Blenx



Abstract
Cosa sono i condomini?
Cosa accade in quegli spazi condominiali che confinano con le abitazioni?
Sembrano anonimi, asettici, luoghi di passaggio.
Sembrano senza vita ma non è così.
C’è presenza-assenza su un pianerottolo, su un ballatoio, in un androne, sul terrazzo.
Cassette della posta malandate, edicole sacre, stenditoi, zerbini malandati e prestigiosi, finestroni sbarrati, macchie di intonaco con sembianze di volti, affollamento di antenne, biciclette, piante condivise, scarpe fuori una porta...


Il progetto
L’Associazione Culturale Photo Polis vuole realizzare Spazio Condominio, un progetto fotografico condiviso che intende far emergere realtà minimaliste attraverso dettagli normalmente passati inosservati.


Finalità
L’idea è di sensibilizzare sulle possibili modalità di fruizione degli spazi condominiali.
Spazi che potrebbero diventare luoghi attivi di partecipazione per gli abitanti: androni laboratoriali per adulti e bambini, rampe di scale come gallerie d’arte, terrazzi attrezzabili a solarium condivisi, cortili per pranzi col vicinato, orto condiviso, vetrine per lo sharing e il riciclo di libri o altri oggetti usati…


Obiettivo
1° step: libro
2° step: mostra fotografica.


Specifiche libro
Formato: 30x30 cm ca.
Carta: matta 95 gr
N° pagine: da definire in base alle foto selezionate
ISBN: sì


Editore
POD (Print On Demand)


Per partecipare
Possono partecipare tutti i soci Photo Polis.
Se non sei già socio invia una mail a associazione@photopolis.org per avere informazioni, con oggetto “INFO SOCIO”.
La partecipazione comporta una quota di 10,00 € per le prime 3 foto + 2,00 € per ogni successiva selezionata e utilizzata, per coprire le seguenti spese:
  • editing immagini
  • impaginazione grafica
  • costo bozze di stampa
  • redazione testi
  • editing testi
  • eventuali contatti sponsor
  • ufficio stampa

Linee guida su formati e contenuti
Le fotografie possono essere orizzontali, verticali, quadrate, panoramiche, a colori o in bianconero e post-prodotte in modo essenziale.
No foto fatte con smartphone.


I soggetti
  • No soggetti umani
  • No interni abitazioni
  • Androne
  • Rampe di scale
  • Tromba di scale
  • Terrazza di copertura
  • Ascensore
  • Dettagli: pomelli di ringhiere, colonne di balaustre, intonaci divelti, riggiole…
  • Pavimentazioni
  • Finestre
  • Portone (int/est)
  • Edicole sacre
  • Buchette postali
  • Contatori
  • Stenditoi negli androni
  • Oggetti presenti negli spazi comuni: passeggini, piante, giochi per bambini, sedie, quadri, decorazioni…
  • Tubi del gas/acqua, fecali, pluviali, cavi elettrici
  • L’illuminazione: neon, lampadari, luce del sole
  • Affreschi, stemmi araldici, opere d’arte…
  • Spazi inutilizzati


Linee guida sul caricamento
I partecipanti possono proporre fino a 10 foto, caricandole nell’album dedicato al progetto che si trova nel gruppo Facebook Associazione Photo Polis.
Le foto andranno caricate in jpg a 1200 pixel lato maggiore.
Link all’album dal computer fisso 


Selezione
Sarà effettuata da Marco Maraviglia e Francesca Sciarra la selezione delle foto. Tale selezione sarà fatta anche in base ai like ricevuti sulle foto dell’album dedicato.
Gli autori delle foto scelte dovranno inviare le stesse in alta risoluzione via mail a associazione@photopolis.org
Marco Maraviglia e Francesca Sciarra si riservano di operare eventuali interventi di post-produzione sulle immagini pervenute, di cui saranno informati gli autori per la loro approvazione finale.


Liberatoria
Prima della pubblicazione sarà inviata agli autori delle immagini una liberatoria per la pubblicazione che manleva Photo Polis da eventuali violazioni della privacy secondo il Dlgs 196/2003.


Scadenze
Scadenza per l’invio delle foto in bassa: 25 ottobre
Scadenza per l’invio in alta + liberatoria firmata: 5 novembre
Scadenze prorogabili per eventuali esigenze.

giovedì 15 giugno 2023

decalogo per la condivisione foto social

PICCOLO CODICE DEONTOLOGICO PER L'UTILIZZO DELLE FOTO DEI NOSTRI CONTATTI SUI SOCIAL

Prima di rubare una foto dai social o condividerla, è buona prassi seguire i seguenti suggerimenti

Ph. www.pexels.com (CCO - licenza gratuita)
  1. Le foto appartengono a chi le ha scattate. Anche se fatte da un bambino, anche se fanno schifo, anche se ci sei tu in una foto.
  2. Se una foto non è condivisibile perché l'impostazione della privacy non è "pubblica", non si prende per caricarsela sul proprio profilo o pagina.
  3. Se una foto è condivisibile, si può condividere ma senza aggiungerci commenti che decontestualizzano il post.
  4. Se non conosci l'autore di una foto condivisa da un tuo contatto, anche se è condivisibie, non la condividere oppure cerca sul WEB l'autore con Google Lens o altri sistemi di ricerca come la ricerca di immagini di Google.
  5. Se non conosci personalmente chi ha postato una foto condivisibile, è una gentile forma di rispetto chiedere se puoi condividerla.
  6. Se la foto di un altro ti piace troppo ma non è condivisibile, chiedi se puoi prenderla per ripostarla sul tuo profilo citando l'autore con questa modalità: Ph. @nomeautorelinkabile.
  7. Le foto di altri non vanno condivise per scopi di lucro o per promuovere una propria iniziativa: chiedere sempre il permesso. Se l'autore ti chiede un equo compenso, se è abbrdabile, accetta di pagarlo.
  8. Non è carino fare screenshot di post o inviare foto altrui per mandarle privatamente ad amici con commenti ironici, dispregiativi, bodyshaming.
  9. Puoi taggarti sulle foto dove ci sei anche tu, se non l'ha fatto l'autore, per tenerle a vista nella sezione "foto in cui ci sei tu" su Facebook o nelle "foto taggate" di Instagram. Se vedi che non ti compare in questa sezione, chiedi la cortesia all'autore di rilasciare il tag.
  10. Sebbene le foto sui social siano "polvere elettronica", immateriali, si vedono comunque e prendere una foto per ricaricarla senza permesso è come andare a casa dell'autore e rubarsi una foto stampata.

sabato 20 maggio 2023

Photo & Drink con Alessandro Genovese

Alessandro Genovese per i tipi di Photo Polis

Stamattina il fotogiornalista Alessandro Genovese, per un evento organizzato da Photo Polis, ha dato ampie spiegazioni e dimostrazioni riguardo la fotografia istantanea di strada: la minutera, in gergo.

Curiosità, entusiasmo e divertimento stamattina in largo Nanni Loy, davanti allo scalone dell'Accademia di Belle Arti di Napoli.

La "cassetta" per la fotografia minutera realizzata artigianalmente dal fotografo Alessandro Genovese è stata strumento di una piacevole performance-happening.

Sito WEB





















giovedì 18 maggio 2023

Photo & Drink da Alfredo Toriello

Siamo stati da Alfredo Toriello, psicoterapeuta


Mercoledì 17 abbiamo incontrato Alfredo Toriello presso il suo nuovo studio dove, tra belle foto e un bicchiere di vino, abbiamo fatto una chiacchierata informale sui campi di applicazione della fotografia nella psicoterapia.

Leica-man convinto.
Ormai è la fotocamera che porta lui, scatta al 90% in bianconero e le sue fotografie transfigurative non passano inosservate.
Consultando i suoi appunti psico-fotografici in modalità Photo & Drink, ci ha racontato “Memorie di me; appunti per un diario psicofotografico”, uno dei format messi a punto da Alfredo Toriello: un‘attività multidisciplinare di consapevolezza e conoscenza dell‘io che approda nel filone della fototerapia.

Con un’adeguata leggerezza abbiamo dialogato insieme su quali possono essere i vari canali che ha la fotografia per creare benessere mentale e quindi fisico.
La fotografia è utilizzabile come antidepressivo? Esercita potere di autostima? È importante legarsi ai ricordi immortalati con la fotografia? Può aiutare a rallentare i sintomi dell’Alzheimer?

Grazie a tutti i partecipanti e al dott. Alfredo Toriello.


Ph. Alfonso Caccavale

Ph. Alfonso Caccavale

Ph. Alfonso Caccavale

Ph. Alfonso Caccavale