lunedì 2 febbraio 2015

Quando geometria fa rima con fotografia

Il dipinto di un artista è spesso frutto di schemi geometrici tracciati sulla tela durante il disegno preparatorio. Anche in fotografia l'essenzialità geometrica tende a catturare l'attenzione maggiormente.


Non mi stancherò mai di dire che una bella foto ha una partenza geometrica e ieri pomeriggio, durante una passeggiata con amici al Museo di Capodimonte, ne ho avuto ulteriore conferma.

A Capodimonte non ci sono immagini fotografiche ma quadri, dipinti. Medievali, rinascimentali, del ‘700 ecc. ecc. Quadri dai quali si potrebbero imparare tecniche di luce, prendere spunti, ispirazioni. Alcuni andrebbero osservati a lungo per scorgerne gli infiniti dettagli, carpirne le eventuali indecisioni e correzioni dell’artista attraverso il suo tocco di pennello, perché un contorno è più marcato di un altro e tanta altra bella roba.

Allegoria fluviale” di Annibale Carracci
Bene, un amico si è fermato davanti a “Allegoria fluviale” di Annibale Carracci (1560-1609) sostenendo che tale dipinto gli piaceva, “è bello” ripeteva.
Dandogli un’occhiata più approfondita mi sono reso conto da cosa era attratto, cosa l’aveva catturato: dall’ordine geometrico della composizione. Dal design semplice, essenziale, ordinato.

Sappiamo quanto la fotografia sia terapeutica per certi versi. Uscire da soli per fotografare rilassa in un incontro con sé stessi fatto di osservazioni, riflessioni, introspezione. È un momento in cui si rimette ordine nei propri pensieri, si rielaborano, si approfondiscono. Il caos dentro tende a scemare.

La fotografia è terapeutica anche perché aiuta a ricordare, ricreare associazioni tra una foto e l’altra dell’album di famiglia per ricostruire lieti eventi; ed è terapeutica utilizzandola come strumento di esplorazione che attiva quella curiosità che non fa mai invecchiare.

La fotografia, ma anche il dipinto di un artista, può riordinare la propria mente, prelevarci dal caos dell’anima per riportarci in una dimensione più umana. Può renderci, la fotografia, più sereni.

Immaginate una stanza da arredare, immaginate se il mobilio fosse sistemato senza rispettare la geometria degli gli spazi disponibili, senza tener conto dei percorsi logistici che renderebbero quella stanza funzionale. Immaginate di mettere la lettiera del gatto sul top della cucina, la TV (se l’avete) nel WC, il divano disposto al centro del soggiorno e dietro un tavolino basso dove poggiare un tè o dei libri da leggere. Un casino, praticamente.

Ora osservate la vostra scrivania: è in ordine? E, se è in disordine, non avete la sensazione che non riuscite a concentrarvi?
Scomposizione geometrica

Probabilmente chi è attratto dall’ordine geometrico delle cose ha necessità di ambire a un equilibrio mentale perché ha un po’ di confusione dentro di sé. O forse è una persona tutta di un pezzo che non tollera il caos.
Entrambe sono tipologie di persone che, pur senza rendersene conto, hanno una visione geometrica del mondo. O almeno, tendono ad essa istintivamente per ristabilire dei riferimenti imprescindibili.

Riguardo la fotografia “bella” e quindi geometrica ne ho già parlato.

Voglio solo lasciarvi ora la scomposizione geometrica del quadro oggetto di questo post sperando di aver scritto per voi qualcosa di interessante.

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