lunedì 1 dicembre 2014

Pictures.of.you, la radio che parla di fotografia

Un'intervista in esclusiva agli artefici della trasmissione pictureofyou della Poli.Radio, la prima radio in Italia che parla di fotografia. Ecco Barbara La Malfa e Daniele Ferrini cosa ci hanno raccontato.

Daniele Ferrini e Barbara La Malfa © Luca Nizzoli Toetti 
Ho intercettato una notizia sui social che ha catturato la mia attenzione; c’è una radio che parla di fotografia e già questo è un fatto “anomalo” in un periodo in cui si tende a produrre una gran quantità di foto ma dove in pochi ne parlano se non in qualche circolo fotografico o su riviste specializzate ma spesso senza andare oltre la discussione tecnica e critica di essa e con foto alla mano.

Sono del parere che parlare di fotografia, specie se è trattata da persone che non necessariamente debbano essere fotografi ma competenti di comunicazione e conoscitori dell’estetica nel senso filosofico del termine, serve a coltivare un’educazione consapevole dell’utilizzo del mezzo.

Altra cosa che mi ha colpito è che una puntata di pictureofyou della Poli Radio ha trattato il 18 novembre di crossmedialità ed interconnessioni della fotografia.

Penso che le connessioni multidisciplinari siano l’ingrediente migliore per il cambiamento. Ne ho parlato spesso anche su Artisti Utili ma purtroppo non ho ascoltato la trasmissione e quindi, spinto dalla curiosità, ho cercato di saperne qualcosa da Barbara Gemma La Malfa di 6gradi, curatrice della comunicazione di picturesofyou.


D – Leggo i post sui social che in una delle ultime puntate avete parlato di “Fotografia Bastarda”, contaminazioni fotografiche. Cosa è successo?

R (BARBARA E DANIELE)– In ogni puntata cerchiamo di esplorare un tema e declinarlo in ogni sfaccettatura possibile. Il tema di fondo di quella puntata è stato la crossmedialità nel campo fotografico e le contaminazioni che ne derivano: un tema che si presta particolarmente al nostro format in quanto riassume tutti gli ingredienti e le tematiche che hanno portato alla definizione di pictures.of.you. Si è parlato di Transizioni, iniziativa che si è tenuta a fine Novembre a Bologna nella sua edizione zero dove la fotografia può offrire una nuova dimensione di storytelling attraverso il concetto di proiezioni, dove immagini ferme assumono un ruolo diverso nell’editing e anche nel legame di brani musicali. Abbiamo potuto parlare con Francesco Acerbis, uno degli organizzatori della manifestazione, che, come noi, vede un futuro roseo per la fotografia ma estremamente connesso ad altre forme espressive: lo slide show prende il posto dell’album di famiglia e la cosa non deve scandalizzare, anzi, bisogna perseguire l’uso di nuovi linguaggi. Oltre all’organizzatore Francesco Acerbis, è intervenuto in diretta Anthony Sherin che ha parlato del suo piccolo gioiello Piano Solo NYC, che abbiamo reinterpretato in un esperimento radiofonico aggiungendo la dimensione delle parole al magico mix di fotografie e musica. Per chiudere in bellezza abbiamo avuto l’onore di ospitare Alessio Bertallot, storico speaker che ha fatto della crossmedialità il suo credo e che ci ha fatto da spalla in un back-to-back radio-fotografico molto interessante: a fronte di un brano scelto da Alessio lo staff della trasmissione ha risposto con fotografie connesse in qualche modo alle note della canzone.


D – Chi è l’artefice di pictureofyou Poli Radio, come nasce, tu di cosa ti occupi in merito?

R (BARBARA): pictures.of.you nasce dalla mente di Daniele Ferrini che tre anni or sono ha pensato bene di imbarcarsi in quest’avventura, giunta ora alla terza stagione. E’ una creatura che abbiamo visto crescere, un coraggioso esperimento radiofonico partito dall’esigenza di parlare di fotografia come espressione culturale, dando risalto a tutti i piccoli e grandi movimenti che la rendono un linguaggio affascinante e complesso.

La scelta di farlo tramite la radio è indice della volontà di uscire dai canali tradizionali e dagli appiattimenti che portano a parlarne solo tramite i tecnicismi e i materiali. Pictures.of.you nasce con la volontà di realizzare un appuntamento fisso per scoprire le diverse sfaccettature di un mondo culturale troppo legato ai soliti nomi e ai soliti paradigmi: si è spesso cercato di dare risalto a realtà coraggiose, innovatrici e anche poco note. E’ proprio per questo motivo che la trasmissione anno dopo anno riesce a raccogliere sempre maggiori consensi e attestazioni di stima da parte del pubblico, degli addetti ai lavori nel mondo della fotografia, dei fotografi e dei giornalisti, che ci lusingano e ci fanno credere sempre più nel progetto: un noto blogger fotografico ha detto che siamo la più “conradiana” delle trasmissioni radiofoniche, non avrei potuto sperare in nulla di più bello!

R (DANIELE): Il sodalizio con Barbara e il suo 6GLAB ha permesso di dare ulteriore forma alla nostra realtà. A prima vista radio e fotografia sembrano in antitesi, ma in realtà non sono soltanto complementari ma intimamente legate. Guardando il panorama italiano, sembra di parlare di qualcosa di fantascientifico vista la totale assenza nei canali tradizionali di appuntamenti interamente dedicati alla fotografia. Nel nostro piccolo crediamo di aver fatto qualcosa di importante e possiamo dire che il nostro è il primo programma che ha saputo portare la fotografia in radio con questa progettualità. Il fatto che l’emittente sia Poli.Radio, la webradio degli studenti del Politecnico, molto attiva e anticipatrice di nuovi linguaggi, è un segnale forte di come il panorama radiofonico tradizionale sia poco recettivo in tal senso. Ma vediamo che qualcosa in tal senso si sta muovendo e alcune delle idee che abbiamo seminato sono state riprese in modo più o meno lecito in qualche canale.


D – Che ruolo hai tu in radio e chi sono gli altri conduttori, di cosa si occupano, come nascono?

R (BARBARA) – Io sono entrata nel team lo scorso anno e devo dirti che questo programma mi sta regalando grandi soddisfazioni. Il mio ruolo è quello di responsabile di redazione di questa piccola orchestra foto-musicale; insieme a Daniele propongo i temi delle puntate, coinvolgo gli ospiti e diffondo il verbo attraverso 6Glab, costola fotografica e laboratorio di idee della mia agenzia di comunicazione Seigradi. I miei prodi compari sono Daniele Ferrini, che è l’ideatore e il conduttore del programma, e Ferrante Orcese, nostro fidato direttore tecnico. Il bello di questo gruppo è che ognuno di noi ha un impiego, Daniele e Ferrante peraltro in tutto altro ambito! Ma tutti e tre lo consideriamo un lavoro dove investiamo interessi personali, progettualità, passione e anche molto tempo. Siamo un team di entusiasti e questo permette di lavorare ancora meglio e di alzare l’asticella dopo ogni puntata.


D – Come è possibile parlare di fotografia in radio senza vederne?

R (DANIELE) – Sarei tentato di rispondere: come parlare di cinema in radio senza apprezzarlo? Come parlare di cibo e vini in radio senza poterli assaggiare? Come parlare di viaggi in radio pur rimanendo fermi? La risposta ha due aspetti. L’immagine, il risultato di un click, è l’ultimo passaggio di un processo che mette assieme dinamiche culturali, istanze storiche, intrecci emotivi. Si può parlare di fotografia concentrandoci su tutto quello che può non emergere in un primo momento, ma che è presente e può essere scoperto discutendone. Soprattutto, parlare di fotografia ci permette di interagire con gli stessi fotografi che in realtà sono molto meno silenziosi di quanto si creda. Il secondo punto è molto personale ma credo riscontri una certa oggettività: la radio è l’unico mezzo di comunicazione che riesce a solleticare l’immaginazione e riesce a creare canali comunicativi molto più ricchi rispetto al mondo della televisione.


D – Gli ospiti dell’ultima puntata? Chi erano? Di cosa hanno parlato?

R: Nell’ultima puntata abbiamo parlato del sottile legame tra fotografia e scultura con il contributo di due curatori. Francesco Stocchi del museo Boijmans di Rotterdam ci ha parlato della mostra Rosso, Brancusi, Ray. Framing picture dove è stato evidenziato un forte legame tra il mondo delle immagini della fotografia e quello fisico della scultura attraverso il percorso di tre artisti che hanno saputo mediare tra i due linguaggi. La Dottoressa Maffioli, curatrice della mostra Ri-conoscere Michelangelo organizzata a Firenze, ha raccontato come le opere michelangiolesche siano state reinterpretate da molti fotografi e come queste nuove visioni abbiano un impatto diretto nella fruizione delle stesse opere d’arte.


D – Gli ascoltatori possono intervenire in diretta?

R (BARBARA)– Certo che sì, sono i benvenuti. Il nostro studio è aperto a chiunque voglia venire a trovarci in diretta e partecipare attivamente alla trasmissione, oltre che condividere con noi la “migliore pizza di Milano”… gli ospiti che sono venuti a trovarci possono confermare!!! A parte gli scherzi, oltre ad accogliere in studio, cerchiamo di interagire con gli ascoltatori il più possibile attraverso i diversi canali: la chat in diretta, la messaggistica Whatsapp o la pagina Facebook del programma. Quest’ultima è di gran lunga quella preferita, quella che mi vede maggiormente coinvolta durante la trasmissione, anche perché ci permette di entrare nella dimensione visiva che a volte è imprescindibile nel parlare di fotografie.


D – Come nascono le puntate del palinsesto? Come vengono decisi i contenuti? Che tipo di pubblico avete?

R (BARBARA)– Le puntate possono nascere da sessioni di brainstorming come da una conversazione casuale; siamo attenti a ogni stimolo esterno, pensiamo ad un tema e da lì ci sbizzarriamo tessendone la tela. Spesso i contenuti nascono in maniera così spontanea che non ce ne si rende neanche conto, quando ciò di cui si va a parlare corrisponde anche alla propria passione tutto diventa più facile!

R (DANIELE) - La trasmissione si rivolge ad un pubblico eterogeneo che abbia un’attenzione per quella che è la realtà fotografica: dall’appassionato agli addetti ai lavori. Ha un taglio narrativo e attento ai giovani e tratta di uomini e storie.

Le puntate sono dei veri contenitori: scegliamo un tema centrale da discutere con i diversi ospiti e attraverso le differenti anime fotografiche. Sono puntate dal respiro molto ampio, dove riusciamo a trovare interconnessioni tra sfaccettature della fotografia molto variegate. Ci piace indossare i panni degli ascoltatori stessi, immaginando di interpretare le loro curiosità e i loro interessi. Senza dimenticare il ruolo fondamentale della musica e delle canzoni, scelte sempre a tema per realizzare un’esperienza totale. Il bello di trasmettere sul web ci permette di avere un pubblico molto variegato sia dal punto di vista geografico e anagrafico. Partiamo da una base di ascoltatori giovani nell’arco di fascia dei ventenni e trentenni. Nel corso del tempo abbiamo notato l’interesse di un pubblico anche più maturo.




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