sabato 10 maggio 2014

Il progetto fotografico

Il concorso fotografico Wonderful Naples Prize, organizzato dall’Associazione Culturale Photo Polis richiede, per parteciparvi, da una a tre foto che facciano parte di un progetto fotografico di 10 immagini.
È un impegno richiesto ai partecipanti che servirà a premiare chi intende la fotografia come discorso organico e non di tipo usa e getta in stile faceboocchiano.

 
Cos’è un progetto

In qualsiasi settore il progetto consiste in una serie di operazioni necessarie a concorrere per la realizzazione di un’idea, sia essa un prodotto o un servizio.
Dietro un bel progetto c’è sempre una buona idea che non deve essere necessariamente complessa, anzi, spesso le idee migliori sono quelle più semplici, così semplici che a volte ci passano sotto al naso senza accorgercene.


Cos’è un’idea

Un’idea può nascere da un bisogno, voler individuare una soluzione per risolvere un problema.
L’idea nasce anche da qualcosa di preesistente ma che si vuole migliorare nella sua fruibilità per renderla maggiormente accessibile.
L’idea non è la lampadina che si accende improvvisamente nella mente ma è frutto di analisi, studio e sperimentazione, ma se non si progetta per realizzarla, non serve.


Il progetto fotografico

Il progetto fotografico è raccontare attraverso le immagini una storia. Non si tratta di realizzare un fotoromanzo. Una storia per un progetto fotografico non è concepita attraverso uno storyboard, a meno che non sia richiesto nello specifico, ma con elementi-chiave che riconducano a un concept ben definito che rifletta l’idea di partenza.

Senza idea non si riesce a realizzare un progetto fotografico. Potremmo realizzare anche centinaia di belle fotografie ma che resterebbero sconnesse tra di loro. Di belle foto il web ne è pieno. Ormai in molti possono realizzare belle immagini grazie alle fotocamere sempre più sofisticate, ma la bravura di un fotografo sta anche nel riuscire a dare un senso al proprio lavoro.


Il senso del progetto fotografico

Un progetto fotografico ha un senso quando c’è un filo logico che lega più foto.
I fotografi professionisti sanno bene che per avere più possibilità di pubblicare un servizio fotografico su un giornale devono pensare in termini di progetto. Le foto spaiate si riescono anche a “vendere” (in realtà si cedono i diritti d’uso delle immagini, non si “vendono”) ma di fronte a un progetto originale un capo redattore si sofferma perché entra in contatto con una realtà mai vista fino a quel momento.


Come avere un’idea per un progetto fotografico

Una delle tecniche per far nascere una buona idea è quella adottata dagli esperti di comunicazione. Quelli che realizzano le grandi campagne pubblicitarie, i creativi, i pubblicitari, per intenderci.
Di seguito alcuni consigli per chi voglia partecipare al concorso Wonderful Naples Prize.

Briefing (carta e penna ed appuntarsi su un grande foglio tutto facendo magari anche dei disegnini o scarabocchi)
  • Leggere con attenzione il regolamento mettendo a fuoco sull’obiettivo: il tema è la Bellezza di Napoli, quella non stereotipata, quella non convenzionale. 
  • Individuare ciò che il semplice turista non conosce di Napoli. 
  • Ritagliare trafiletti di giornali di notizie relative a curiosità della città.
  • Seguire sui social network le notizie di eventi che non vengono pubblicizzati ampiamente sui media di ampio raggio. 
  • Sui social ci sono amanti di Napoli che spesso riportano citazioni di personaggi famosi sulla città: soffermarsi su di esse e individuarne le parole-chiave
  • Sfogliare libri sulla storia di Napoli individuandone particolarità che secondo voi accadono ancora oggi. 
  • Fare dei sopralluoghi dove pensate di voler sviluppare il vostro progetto, fermatevi, sentite gli odori, i rumori, i suoni, chiacchierate con la gente, coi commercianti, con chi vive lì, osservate tutto intorno come se fosse la prima volta che vi trovate a Napoli. Scattate pure qualche foto. 

Analisi
  • Tutte le informazioni raccolte vanno approfondite. 
  • Cosa vi ha colpito? 
  • Consultare i libri su Napoli in una libreria per capire cosa è già stato fotografato, come e perché. 
  • Individuare eventuali nessi tra il materiale raccolto. 

Brainstorming
  • Si può provare a disporre parole-chiave collegate tra di loro come in una mappa concettuale ed individuare quelle meno connesse alle altre per capire se la strada da percorrere è proprio quella. 
  • Appuntare ogni associazione mentale che viene in mente. 
  • Schizzare ciò che viene in mente (non è importante saper disegnare). 
  • Tirare una linea su un foglio bianco e scrivere sopra le parole-chiave e situazioni che vorreste fotografare e sotto quelle già ampiamente riprese da altri. 
  • Ecc. ecc. ecc. 

Nella fase di brainstorming dovreste riuscire a mettere a fuoco sul concetto di bellezza che intendete sviluppare.

Ovviamente questi sono solo consigli tecnici. Ci sono altre modalità per sviluppare un progetto come ad esempio andare all’avanscoperta, senza un’idea precisa, percorrere una strada a caso con lo spirito di un viaggiatore e cogliere in essa la vecchietta sorridente e senza denti affacciata da un basso, la barista che gesticola col turista per farsi capire, il dettaglio gotico della cappella dimenticata… Potrebbe anche avere un senso, ma alla fine sarà la giuria a decidere.

Ed ora, avanti tutta verso il concorso fotografico Wonderful Naples Prize!!!
In bocca al lupo!

venerdì 2 maggio 2014

Impossible Naples


Impossible Naples Project. Entra nella rete un lavoro lungo 14 anni e tenuto fino ad oggi nel cassetto. L’autore racconta come nasce il progetto di una Napoli smontata, fatta a pezzi e ricomposta col Photoshop.



I primi approcci col Photoshop
Impossible Naples Project
Era l’ottobre del 2000 e da alcuni mesi avevo abbandonato del tutto pellicola e camera oscura convertendomi completamente al digitale. Trascorrevo giornate intere a smanettare col Photoshop per capirne da autodidatta gli strumenti, i filtri, le opportunità che poteva offrire.
Usavo la versione 4.0 e nel frattempo era già uscito sul mercato il Ps 5.0 ma fino al 2008 ho usato il 4.0. Cerco di non lasciare mai la vecchia strada per la nuova. Adoro le nuove tecnologie, ma non amo i feticismi tecnologici, quelli di avere ad ogni costo “l’ultimo modello” per poi utilizzarne solo il 30%.

In quei mesi scannerizzavo un po’ di diapositive del mio archivio per poterlo inviare via mail agli editori in caso di richieste. All’epoca i giornali che avevano compreso gli enormi vantaggi della fotografia digitale erano veramente pochi e non parlo di Napoli: a Milano quasi si aveva terrore nelle redazioni di ricevere foto digitali e in molti non sapevano come usare un FTP, come dezippare una cartella, come leggere le didascalie dalle info sul file… altri tempi.

Io continuavo a scannerizzare e vedendo poi affiancate sullo schermo del monitor quelle mie foto iniziai a immaginarle fondersi tra di loro, ritagliarsi a pezzi per entrare nelle altre immagini, come in un collage, come in quelle favole dove Biancaneve prende il tè con Cenerentola mentre il Grillo Parlante consiglia un paio di scarpe più comode al Gatto con gli stivali.
Percepivo una sensazione a cavallo tra la metafisica e il surreale. Era l’immaginazione che riemergeva, quella che mi rendeva a volte anche da bambino e da ragazzo un soggetto “incomprensibile”.

I calendari free in PDF
Si avvicinava il nuovo anno ed ebbi un flash mentale: realizzare un calendario con 12 fotomontaggi realizzati da me.
Il mio calendario 2001 fu il primo nella storia del web ad avere le seguenti caratteristiche:
  • scaricabile da chiunque
  • poteva essere stampato in alta definizione
  • chiunque poteva decidere come montarselo (da tavolo o da parete)
  • gratis
  • realizzato in PDF
  • specifiche dei diritti di utilizzo in Creative Commons
  • fu il primo calendario ad essere realizzato con 12 fotomontaggi realizzati con Photoshop

Odio quando mi si dice che sono troppo avanti; chiunque, associando ed utilizzando gli strumenti che ha a disposizione (cuore e mente compresi), può arrivare a un’idea originale.

I primi esperimenti delle immagini di questo primo calendario non erano del tutto soddisfacenti. Nel tempo perfezionai l’utilizzo degli strumenti di selezione e le altre funzioni che mi servivano per realizzare questi fotomontaggi.
Per il 2002 realizzai un altro calendario con stesse caratteristiche e ne stampai alcune copie in offset che regalai a chi venne in occasione di una mostra che tenni al Kestè di Fabrizio Caliendo a Pozzuoli. Poi ogni anno vennero gli altri calendari; era come fare un figlio all’anno che rappresentava la sintesi del mio lavoro dell’anno precedente.

Nascita del naming del progetto
Tralasciai i fotomontaggi generici a meno che non mi venivano richiesti per lavoro, e mi dedicai principalmente a quelli su Napoli.
Cominciai quindi a sviluppare Fantanapoli, il nome che diedi alla prima serie di immagini sulla Napoli ritagliata, smontata, fatta a pezzi e rincollata: le Vele di Scampia nel mezzo del Centro Direzionale, le colonne del chiostro maiolicato di Santa Chiara all’interno della stazione Vanvitelli della metro…
Poi mi accorsi che la rete era piena di “Fantanapoli”, nel senso che quello era il nome dedicato a una roba sul calcio. Allora ribattezzai il lavoro Sorprendente Napoli ma mi resi conto presto che queste immagini potevano avere nulla di sorprendente per qualcuno. Forse per molti.
L’approdo a Impossible Naples Project è stato naturale. Mi è sembrato un giusto titolo all’intero lavoro che non urtava il senso estetico di alcuno.
Impossibile è qualcosa di indefinibile se non con la parola stessa.

Come nascono le immagini di Impossible Naples
Il progetto dura ormai da 14 anni con lunghe pause tra un’opera e l’altra.
Ogni rappresentazione “impossibile” ha dei tempi di lavorazione che a volte durano anche più di un mese come Gallery (omaggio a M.C. Escher) e Da Nessuna Parte. Perché non parto quasi mai da un’idea precisa. Immagino qualcosa che vive in fondo alla mia mente che è lì indefinita, sfocata, ed inizio a tirare fuori alcune mie foto dall’archivio da cui smembro alcune porzioni per assemblarle, quasi come se seguissi quel flusso dell’automatismo surrealista pollockiano.
Poi c’è Metamorfosi, un’immagine che iniziai all'inizio del 2007 col vecchio Mac G4 e che a un certo punto non me la faceva più lavorare per mancanza di ram. La completai alla fine del 2008 quando mi decisi di passare a un Mac più potente. Metamorfosi è il panorama di Napoli più lungo del mondo, potrebbe entrare nel Guinness dei Primati (la procedura purtroppo è a pagamento), stampandola misura 30cm di altezza ed è lunga circa 6 metri. Non la trovate nel sito perché ho intenzione di apportarci altre modifiche.

Poi l’immagine si chiude. Si completa dopo che ogni dettaglio è stato verificato, gli scontorni devono essere perfetti, il senso deve essere compiuto e non un semplice gioco di virtuosismo grafico. Gli accostamenti dei ritagli devono assemblarsi in una sorta di collage omogeneo, realistico ma surreale e che tenga le distanze dall’astrattismo.

Zen e la Grande Bruttezza
Per me realizzare queste composizioni fotografiche è come sedarmi dallo stress della Grande Bruttezza del mondo che ci circonda. Gli scontorni delle immagini sono al 90% realizzati con lo strumento di selezione poligonale del Photoshop, punto per punto, quasi un esercizio zen che mi rilassa e addestra con costanza il mio livello di pazienza, di sopportazione psicologica che aiuta ad interagire con le avversità della vita in modo più sereno. È in effetti un po' quella che oggi promuovono come fotografia terapeutica.

Lo sbarco di Impossible Naples
Da qualche mese ho deciso di rivelare al mondo della rete questo progetto artistico-fotografico. Negli ultimi anni è stato proposto per esposizioni e pubblicazioni e conoscere un certo “mondo” di organizzatori di mostre, galleristi, istituzioni, mi ha fatto comprendere certe distorsioni e incompetenze che molti hanno sulla valutazione di qualcosa di cui non si hanno gli strumenti culturali e tecnici per andare oltre i propri parametri di giudizio.
Il mondo dell’editoria non è da meno. Una grande casa editrice nazionale che si occupa d’arte, dopo aver manifestato il proprio gradimento sul progetto, mi chiese se avevo uno sponsor per finanziare la pubblicazione di un volume.
Ovviamente a fronte di esperienze del genere, non sono mancati sinceri e disinteressati apprezzamenti da parte di chi l’arte, la fotografia, il design, la grafica, li producono e non ne parlano soltanto.
Stimolato dalle persone di cui sopra ho quindi deciso di mettere online, per ora a costi accessibili, una selezione delle immagini per renderle fruibili a quella nicchia di collezionisti ed appassionati di cose originali che va autonomamente a caccia di qualcosa di nuovo, senza farsi influenzare dagli “addetti ai lavori”, ma che si lascia guidare dal proprio senso estetico.

Il sito web
Nel sito ImpossibleNaples sono indicate tutte le specifiche per l’acquisto in stampa fineart di alcune immagini del progetto e le disposizioni economiche e di copyright per eventuali mostre.
Spero che vi piacciano e che vi affezionerete ad esse, anche se non intendete acquistarle, almeno per il solo fatto che dietro ognuna di esse c’è un impegno di lavoro durato 14 anni da parte di chi ha cercato di rendere una Napoli surreale, escheriana, con tutta la passione e l’amore che ha per questa città.