sabato 12 luglio 2014

Il fotografo Francesco Cito scrive al sindaco di Napoli

Lettera aperta di Francesco Cito, fotoreporter partenopeo che non vive più a Napoli da anni, al Sindaco Luigi De Magistris.

Chi si occupa di arti visive come la fotografia ha spesso una visione globale di ciò che ci accade intorno. Si osserva con tutti i cinque sensi mettendoci anche il cuore e la mente. Francesco Cito pur non vivendo più a Napoli sembra che sia riuscito a centrare alcune caratteristiche dell'Amministrazione degli ultimi anni. Pubblichiamo la sua lettera aperta che condividiamo su diversi punti e speriamo che il mondo delle professioni creative faccia sentire sempre la propria voce.


Lettera aperta al Sig. Sindaco di Napoli (di Francesco Cito)

In una trasmissione su Rai radio 1, a seguito della disgrazia avvenuta con la caduta di calcinacci dal cornicione dell'edificio che racchiude la Galleria Umberto I, provocando la morte non immediata del ragazzo 14nne Salvatore Giordano, il vice sindaco del Comune di Napoli, Tommaso Sodano, (tra le sue deleghe: Decoro e Arredo) esprimendo il suo rammarico, provava a discolpare l'amministrazione comunale dell'accaduto. Fin qui posso anche essere d'accordo, non si può per ogni incidente che accade, attribuire la responsabilità al sindaco. Quattro anni fa era accaduto a Siena, la Siena prima del sacco al Monte dei Paschi, in cui durante la cena propiziatoria della Contrada della Civetta per il Palio del 16 agosto 2010, in Piazza Tolomei, si staccò un pezzo di mensola di un balcone da poco restaurato, uccidendo sul colpo un ospite francese seduto al tavolo sottostante. 

Purtroppo il dato di fatto è che a Napoli, questa difesa d'ufficio è inaccettabile e improponibile, a Napoli non è mai una disgrazia fine a se stessa, ma è la conseguenza di uno stato di abbandono generale, di una noncuranza e non da oggi, da parte di tutti gli amministratori che si sono succeduti negli anni.
Quando fu eletto il Magistrato Luigi De Magistris a Sindaco di Napoli alla seconda tornata elettorale il 29 maggio 2011, in tanti, avevano sperato che un uomo di legge alla guida di un' amministrazione di difficile gestione, sarebbe riuscito a dare dignità ad una città troppe volte offesa, ed aggiungo dai suoi stessi figli.
Rimasi indignato dello sberleffo palesemente emesso dall'allora e alquanto sgradevole, discutibile e arrogante conduttore di Zapping, Aldo Forbice, (il programma radiofonico della sera) nei riguardi di De Magistris, definendolo incapace. A distanza di tempo, per ciò che ho visto, devo ammettere che l'analisi non era del tutto scorretta. La mia prima volta a Napoli sotto amministrazione De Magistris, mi sono ritrovato a solcare i marciapiedi di via Toledo, rifatti malamente in epoca Bassolino, completamente divelti, e in caso di pioggia, vere pozzanghere, non di rado pericolose per i pedoni infangati, dagli schizzi sollevati dalla precarietà delle lastre di pietra. Mi sarei aspettato che un Sindaco ex Magistrato, avesse impugnato carta e penna, e citato le ditte appaltatrice dei lavori. 

La brillante iniziativa del Sindaco De Magistris, è stata invece che in quelle strade dissestate, era meglio creare la pista ciclabile più estesa d'Europa, manco Napoli fosse Amsterdam e non una città di collina, dipingendo semplicemente la sagoma della bicicletta per terra, in strade come via Tribunali, in cui a stento si passa a piedi. Per il Sindaco De Magistris, è più importante organizzare una pseuda coppa America di vela, che nulla porta alla città, se non i danni alla Villa Comunale, o ex Villa Reale sul lungo mare Caracciolo, e mi chiedo se sia mai stata ripristinata la copertura della Cassa Armonica, realizzata nel 1878, manomessa per allestire il podio per le premiazioni, la quale guarda caso, faceva parte secondo il progetto Città di Partenope, a ristrutturazione insieme alla Galleria Umberto I. 

Egregio Sig. Vice Sindaco Sodano, non basta una difesa d'ufficio per scrollarsi di dosso responsabilità che sono di chi amministra. Se parte delle strutture della Galleria Umberto I sono private, il Comune e chi lo dirige, ha l'obbligo e il dovere di far rispettare le regole, le ristrutturazioni vanno forzate, ed essendo un bene pubblico, di valenza monumentale, la legge consente l'esproprio se la proprietà non provvede a mantenere efficientemente la struttura, ma quella struttura in particolar modo è comunque sotto diretta responsabilità comunale, in quanto il tetto e il pavimento sono proprietà comunali, e chissà per quali motivi a me sfuggenti, versano in uno stato pietoso. La Galleria eretta nel 1887, è un'opera tra l'altro fra le più belle d'Italia, e di non uguali nel mondo. E' un monumento storico, in cui ogni esercizio commerciale, ha decorato (malamente) con stile proprio, senza rispettare i vincoli architettonici. Bars con insegne luminose, più somiglianti ad un bazar, e non allo stile ottocentesco e sobrietà di quando fu edificata. Ci sono pochi negozi che hanno lasciato integro l'aspetto originario, e bisognerebbe ripartire da quello per far si che la Galleria oltre che sicura, ritorni al suo splendore e salotto di una città troppo vituperata. Stranamente è meglio tenuta la Galleria Principe di Napoli al Museo. 

Questo naturalmente Egregio Sig Vice Sindaco, è solo una parte dell'iceberg napoletano, di una città che vuole essere capitale dell'arte, dove sulle facciate di palazzi del 700, in bella vista a come mi pare, centinaia di migliaia di brutti condizionatori dell'aria deturpano la bellezza del centro storico, per non parlare di tutto il resto, ma non è questa la sede per dilungarmi.
Non sono le beghe che il Magistrato Sindaco De Magistris, intenta con il Soprintendente Giorgio Cozzolino per l'uso della Piazza del Plebiscito, a risollevare la Sua immagine. Le piazze, le strade e la città tutta, sono della gente, del popolo che ci vive e non per chiuderla a chi non paga il biglietto per vedere un pessimo spettacolo di nessun lustro. 

Non sono mai stati ottimi sindaci quelli che hanno occupato la poltrona di Palazzo San Giacomo, ma quello attuale, francamente è stato la delusione più grande, Napoli è ancor di più una città allo sfascio. Al Sig. Sindaco dico: non vada allo stadio a guardare le partite, o ai funerali proclamando il lutto cittadino. Non abbia idee astruse nel voler intitolare le strade a John Lennon o chissà quale altro esponente che nulla ha dato alla città, o ribattezzare la Via Caracciolo in Napoli Liberata, e mi chiedo da chi e da cosa. Vada in giro per le strade di Napoli sia durante il giorno che di notte, e in merito allego una foto della ormai famosa Galleria Umberto I, ma potrei inserirne di via Chiaia, o della stessa Piazza del Plebiscito, tanto per non andare troppo lontano da quello che dovrebbe essere l'orgoglio di una Napoli che fù e più non è.

© Francesco Cito

1 commento:

toty ruggieri ha detto...

che dire. è ormai tutto sotto gli occhi di tutti. Il degrado urbano, culturale, il nepotismo regna a Napoli come un cancro. La città è senza regole , senza futuro.è più facile disegnare sagome di biciclette che organizzare la la raccolta differenziata(mi fermo qui perchè l'elenco è lungo e noioso).
Inoltre come scrive e fa notare Cito. da un magistrato ci si aspettava almeno un po di legalità, cosa che ovviamente non è avvenuta, in primis la figuraccia dell'assunzione del fratello. che aggiungere il verbo Napoletano "O' pesce feta da capa" ci stà benissimo.